
Viterbo, inchiesta sull'ex giunta di Montefiascone. Cicoria: “Non ho fatto io l'esposto”

"Non sono stata io a fare l’esposto da cui è partita l’indagine per abuso d’ufficio, poi archiviata dal lato penale, contro l’ex giunta Paolini e i quattro agenti di polizia locale”. Rosita Cicoria non ci sta e in una nota vuota il sacco: “Il procedimento è iniziato d’ufficio e non a seguito di una mia denuncia-esposto”, esordisce la candidata Cinquestelle-Patto civico della lista Montefiascone merita per Giulia De Santis sindaco.
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“Finora ho taciuto sulla vicenda in quanto sono state fatte solo illazioni, senza scrivere nero su bianco il mio nome. Martedì scorso, invece, è stato riportato che io avrei presentato un esposto riguardo i tre procedimenti riguardanti i concorsi esperiti (e non) dal Comune, rappresentato all’epoca dalla ex giunta formata dai tre esponenti di spicco: Massimo Paolini, Sandro Leonardi ed Orietta Celeste che, impavidi e sicuri di quanto affermano, vogliono screditarmi addossandomi la colpa di aver causato un danno erariale al Comune tentando di spostare l’attenzione su quanto in realtà accaduto”. Ma i fatti che hanno portato alle indagini, dice l'ex consigliera 5S, sono andati diversamente: “Sono stata convocata dalla Finanza di Viterbo il 9 dicembre 2019 come persona informata sui fatti, mi sono presentata nel rispetto della legge e sono stata interrogata su quanto accaduto in Comune. A domanda ho risposto e ho firmato la deposizione. Non ho presentato alcuna denuncia o esposto, pertanto quanto dichiarato da lor signori è falso e questo lo posso dimostrare in quanto, dal fascicolo delle indagini, non risulta alcun esposto-denuncia a mio nome, e questo lo sanno bene anche gli ex indagati e i loro avvocati che sono in possesso dello stesso, dove è chiaro che tutto è scaturito da una lettera anonima alla Procura. Da cui, a seguito di alcuni articoli, i magistrati hanno deciso di indagare. Se necessario chiederò una perizia calligrafica sulla stessa, almeno tutti sapranno chi è stato a innescare il procedimento”. E ancora: “Sono accusata di calunnia e diffamazione dai tre esponenti dell’ex giunta, e l’ex sindaco Paolini dichiara che ‘gli avvocati saranno pagati accedendo a un fondo di bilancio nato apposta per le spese legali. Non siamo stati condannati, quindi è il bilancio comunale a pagare’. Cicoria sottolinea quanto riportato dal gip nel Decreto di archiviazione: “Quanto alle procedure di cui al capo 2 (nomina comandante di polizia locale) le irregolarità contestate - e che sicuramente vi sono state - …”. “Anche con riferimento alla procedura di cui al capo 3 (concorso assunzione agenti polizia locale) l’innegabile irregolarità che si è verificata nella violazione del principio dell’anonimato…”. Quindi, prosegue Cicoria, “addossarmi la colpa di spese legali quando sono stati loro stessi a commettere irregolarità innegabili nei procedimenti è paradossale; se avessero rispettato la legge, non ci sarebbe stata irregolarità e nessuna spesa legale. Io ho fatto solo il mio dovere da consigliere di opposizione, chiamata a deporre su questioni comunali molto poco trasparenti. Non c’è alcuna calunnia, i fatti esposti sono reali come afferma il giudice per le indagini preliminari”.
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Cicoria va in contropiede: “Minacciarmi di calunnia e diffamazione alla luce di quanto scritto sopra, è una diffamazione nei miei confronti. Con i miei legali Franco Taurchini e Emanuele Marselli, che ho assunto dopo l’archiviazione per difendermi dalle accuse che mi sono state mosse dagli ex indagati e da uno dei loro avvocati, valuteremo anche la possibilità di presentare il fascicolo alla Corte dei conti, per stabilire da chi è stato causato l’eventuale danno erariale. Ultima cosa che vorrei dire ai montefiasconesi: le irregolarità amministrative nei concorsi ci sono. Valutate i fatti”.
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