
Viterbo, truffa delle auto usate. Contachilometri scaricati per venderle meglio. Sequestri in tutta la provincia

Viterbo, mettevano in vendita auto garantendo sull’usato sicuro quando in realtà quei veicoli avevano percorso centinaia di migliaia di chilometri. Una bella lavata, una lucidata e, soprattutto, un ritocchino al contachilometri e il gioco era fatto. Ma il trucco, nemmeno tanto originale, è stato scoperto grazie a una complessa indagine portata avanti per mesi dalla polizia stradale e dalla guardia di finanza con il coordinamento dalla Procura. Pochi i dettagli che filtrano sull’inchiesta che è ancora in corso anche se dovrebbe arrivare in dirittura d’arrivo nell’arco di poche settimane. In ogni caso la polizia stradale e le fiamme gialle hanno controllato numerosi autosaloni e concessionarie d’auto del capoluogo e della provincia. Sono stati sequestrati numerosi veicoli messi in vendita come usato sicuro. Sarebbero 230 i mezzi sotto sequestro.
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La polizia stradale, in particolare, è riuscita a scoprire che molte delle auto che venivano messe in vendita come quasi nuove in realtà avevano il contachilometri taroccato. Gli investigatori sono arrivati a quest conclusione analizzando i documenti di centinaia di veicoli presenti nelle concessionarie tra le quali ce ne sarebbero tre che sono sulla Tuscanese. Secondo l’ipotesi degli inquirenti i tachimetri venivano manomessi con dei particolari macchina. Con un chilometraggio molto più basso del reale le auto venivano messe in vendita nei canali online specializzati a prezzi più che concorrenziali. Ma qualcosa nelle carte di circolazione non tornava e per questo sono partiti gli accertamenti.
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L’indagine, da quello che si è appreso, avrebbe avuto origine proprio dalle lamentele di qualche clienti che si è ritrovato a guidare un’auto con più di un problema. Al momento sarebbero diversi gli indagati. L’ipotesi per il quale si procede è quella della truffa. Sono in corso da parte della Guardia di Finanza degli accertamenti di carattere contabile sulle aziende coinvolte. La Procura ipotizza un accordo tra vari autosaloni e per questo contesta anche l’associazione per delinquere.
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