
Viterbo, abuso d'ufficio a Montefiascone. Ex sindaco e assessori rigettano le accuse

Ex sindaco ed ex assessori di Montefiascone, indagati per abuso d’ufficio per un concorso da dirigente comunale e per il cambio di comandante della municipale, sono fiduciosi che tutto si sgonfierà e che ci possa essere l’archiviazione. È la speranza dell’avvocato Vincenzo Piergiovanni, esternata subito dopo l’interrogatorio davanti al pm Franco Pacifici, della sua assistita, l'ex vicesindaca Orietta Celeste: “Circa 45 minuti di interrogatorio – ha detto Piergiovanni -. Incontro da cui non sono venute fuori novità. Noi pensiamo che la cosa si possa sgonfiare e attendiamo fiduciosi l'esito delle indagini”.
Ex giunta di Montefiascone indagata per abuso d'ufficio
Anche Enrico Valentini, avvocato di altri due indagati, gli ex assessori Paolo Manzi e Massimo Ceccarelli, è ottimista: "I miei assistiti hanno risposto alle domande del sostituto procuratore, e hanno spiegato le loro ragioni. Non hanno commesso nulla di quello che gli viene addebitato”.
Ieri, 25 febbraio, è stato interrogato pure l’ex sindaco Massimo Paolini, che è stato ascoltato per primo. In merito, però, il suo avvocato Massimo Pistilli non ha rilasciato dichiarazioni. Slittato, invece, l’interrogatorio dell’altro assessore indagato, Fabio Notazio.
Stamattina, 26 febbraio, saranno sentiti l’ex assessora Rita Chiatti, difesa dal legale Fausto Barili, e i quattro della municipale, difesi da Labate: l’ex comandante Luigi Salvatori, l’agente in pensione Giovanni Nunziati, l’attuale capo della polizia locale Giulia Bassi, e Luciana Fronda.
L’inchiesta si divide in tre filoni: un concorso per funzionario comunale, per cui sono indagati i sei ex della giunta; il cambio del comandante della polizia locale (indagata l’ex giunta e Salvatori); un concorso per vigili urbani ausiliari, per cui sono finiti nel mirino del pm i membri della commissione esaminatrice, vale a dire gli agenti Bassi, Nunziati e Fronda.
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Nel primo filone d’inchiesta i sei dell’ex giunta “firmavano e approvavano la delibera di giunta comunale numero 215 del 22 agosto 2017 con cui indicavano la riserva dei posti solo a favore del personale interno al Comune, omettendo le altre categorie previste per legge, e così facendo intenzionalmente arrecavano al Comune di Montefiascone un ingiusto danno”. Nel secondo filone, i sei della giunta e Salvatori sono indagati per atti compiuti tra il 31 luglio e il 17 settembre 2019, compreso quello “con cui deliberavano di ricoprire il posto di comandante della polizia locale utilizzando la mobilità interna e senza indire un concorso pubblico”.
Nel terzo filone, la procura contesta agli esaminatori di aver fatto “apporre sui tabulati a risposta multipla scritti dai concorrenti il proprio nome e cognome e la propria firma, in contrasto con il principio dell’anonimato al fine di garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione nelle prove concorsuali, e così facendo intenzionalmente arrecavano al Comune di Montefiascone un ingiusto danno”.
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