
Vittorio Sgarbi, "chi mi accusa è un'analfabeta". Bufera sull'inchiesta sulle presunte false autentificazioni di De Dominicis | Video

Vittorio Sgarbi si difende dalle accuse di aver autentificato alcune opere di De Dominicis. "Dietro tutta questa storia c’è il collezionista Tomassoni che possiede un’ottantina di opere di De Dominicis e contro il quale da presidente dell’associazione ho intenzione di intraprendere un’azione giudiziaria. Le cose stanno in modo diverso: io dico che sono falsi quelli posseduti da Tomassoni e non quelli sequestrati dalla polizia giudiziaria". In un’intervista al Corriere della Sera, Vittorio Sgarbi si difende dall’accusa di false autenticazioni delle opere di Gino De Dominicis, per cui è indagato.
De Dominicis: indagini costruite da carabinieri infedeli e senza dignità. Da “La Repubblica” bugie.De Dominicis: indagini costruite da carabinieri infedeli e senza dignità. Da “La Repubblica” bugie.
Pubblicato da Vittorio Sgarbi su Giovedì 17 giugno 2021
Il 30 giugno si deciderà sul rinvio a giudizio anche per il reato di associazione a delinquere. Il critico d’arte afferma che rifarebbe "quello che ho fatto. La Massaioli è la legittima erede di De Dominicis ed è stata l’amante dell’artista, la donna che è stata al suo fianco per anni", mentre Isabella Quattrocchi, esperta della Procura, "è quella che ha dato per falsi degli autentici Modigliani. Un’esperta che va in giro col pendolino e attrezzi da mago Otelma". Il fatto che si sia rivolto alla Pinotti e a Franceschini, Sgarbi lo spiega dicendo che voleva solo che "sapessero di avere a che fare con una polizia giudiziaria analfabeta d’arte. Per la stessa ragione, ieri (mercoledì, ndr) ho chiamato il generale Teo Luzi, gli ho detto che non voglio più avere a che fare con loro, di non chiamarmi più per dare una mano. Si perseguono gli esperti anziché consultarli. Luzi era sbalordito. Questi sono i carabinieri che hanno esposto il presidente Giorgio Napolitano a una figuraccia internazionale mettendo in mostra al Quirinale una patacca di Leonardo (la tavola Doria esibita nel 2013, ndr)".
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"L’attribuzione di un’opera spesso è mutevole nel tempo", afferma Sgarbi nella sua memoria depositata in tribunale. "Funziona così nella storia dell’arte. Esistono decine di pareri differenti sull’attribuzione di questo o quel capolavoro che resta dibattuto". Il critico d'arte e sindaco di Sutri ha pubblicato un paio di video su i suoi profili social difendendosi in maniera accesa e colorita dalle accuse.
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